Sabato ho accompagnato due pellegrini sulla SFM. Michele e Loredana avevano già percorso per intero il tratto da CASSINE ad ALTAVILLA lo scorso autunno, ma avevano dovuto interrompere il loro pellegrinaggio per motivi personali.
Quando mi hanno chiamato la scorsa settimana per proseguire non ci ho pensato due volte e ho chiesto loro se avevano piacere di affrontare il primo tratto insieme.
Da buoni pellegrini hanno accettato ed è stato per me un vero piacere percorrere il tratto da Altavilla Monferrato a Moleto, raccontando le origini della SFM, la storia dei paesi che abbiamo attraversato e tutto ciò che è Natura.
Natura che aimè si sta già risvegliando, da un inverno, che non lo è stato, almeno per quello che noi conosciamo, privo di perturbazioni importanti e con temperature oltre la media stagionale.
Insieme abbiamo percorso la quarta tappa che va da ALTAVILLA MONFERRATO a TREVILLE ma che può tranquillamente essere divisa con una deviazione a MOLETO (800 metri fuori cammino) per poter VIVERE la magia di un luogo al quale sono legato sin da ragazzo con la frequentazione del BAR CHIUSO e successivamente dall’amicizia con gli abitanti del piccolo borgo.
Il cammino ci ha visti passare vicino alla Big Bench di Vignale Monferrato e di Olivola, visitare la chiesetta romanica di Olivola, Il castello di Frassineto e il santuario della Beata Vergine (in ristrutturazione) sino a raggiungere la chiesetta di Sant’Anna nel territorio di Cella Monte vicino alla vigna dei pastelli per poi raggiungere il borgo storico che è nel comune di Ottiglio.
L’accoglienza e la notte i nostri pellegrini l’hanno potuta passare nel B&B di Marie e Bernard, potendo mangiare al ristorante delle CAVE DI MOLETO.
il giorno successivo poi sono ripartiti per raggiungere il CASTELLO DI CAMINO, passando da Sala Monferrato, Treville, Pontestura e Camino.
Il mio ringraziamento va a loro per il loro entusiasmo e la bella compagnia.
Il rientro l’ho sfruttato completando l’anello creando una direttissima da Moleto ad Olivola e quindi ad Altavilla Monferrato (variante tappa 4) che potrà essere sfruttata in seguito su chi vorrà fare 6 tappe invece che 7.
GRAZIE A MICHELE E LOREDANA e a tutti coloro che credono nella SFM
per chi volesse percorrere la SFM IN AUTONOMIA oppure ACCOMPAGNATO mi contatti al 3347918068
I nostri pellegrini hanno ricevuto in omaggio la spilla, il braccialetto e la maglietta della SFM (il testimonium verrà rilasciato al completamento della tappa per CASALE MONFERRATO)
Domenica in collaborazione con Il Comitato della Valle di Valmadonna, la delegazione FAI di Alessandria e il camminovigliese è stato percorso un tratto della Strada Serra che va da San Salvatore a Rivarone.
Gli escursionisti che hanno partecipato hanno potuto utilizzare i sentieri 611 e 607 gestiti dal CAI DI VALENZA E DI SAN SALVATORE, lungo un anello che ha girato tutto intorno al sobborgo alessandrino.
Le numerose fioriture, in anticipo rispetto alla stagione primaverile, hanno fatto da contorno al paesaggio reso luminoso dal sole che ha scalfito la nebbia nei dintorni ma non all’orizzonte impedendo di poter osservare la catena delle Alpi che solitamente in questo anello regala bellissimi scorci.
prossimo appuntamento a FUBINE MONFERRATO DOMENICA PROSSIMA
al momento dell’iscrizione con whatsapp al 3347918068 VIENE COMUNICATO IL LUOGO DEL RITROVO.
Articolo di divulgazione scientifica. Premessa: non esprimo una mia opinione e mi attengo ai dati scientifici oggi in possesso delle autorità che gestiscono l’emergenza PSA (Peste Suina SudAfricana)
dove è presente? In Europa Polonia, Germania, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Grecia, Lituania, Romania, Ungheria, Bulgaria.
ITALIA da prima in Sardegna (1978) ora presente in Piemonte, Liguria (maggio 2022) Calabria, Campania, Lazio (2023) Lombardia, provincia Pavia ed Emila Romagna provincia Piacenza, Toscana (2024).
in Piemonte zona ovadese, novese, tortonese zona rossa tipo I in tutto il resto alessandrino zona gialla tipo II, al momento casalese, val cerrina zona verde.
chi è colpito? SUINIDI cinghiali (selvatici) maiali da allevamento.
Come si trasmette: (si trasmette solo tra i suinidi) La malattia si trasmette per contatto diretto (saliva, feci) con animali infetti e indiretto, attraverso ingestione di rifiuti di cucina contaminati o per ingestione di carni di animali infetti, ma anche tramite materiali e attrezzature contaminati. La malattia può anche essere trasmessa dalle zecche molli del genere Ornithodoros, modalità di trasmissione non confermata in Europa. Il virus è caratterizzato da elevata resistenza nell’ambiente dove rimane infettante per lungo tempo.È capace, infatti, di sopravvivere per lunghi periodi nelle secrezioni degli animali, nelle carcasse, nelle carni fresche e congelate e in alcuni prodotti derivati da suini e cinghiali infetti; può rimanere infettante per 3–6 mesi in prodotti di origine suina non cotta: almeno per 15 settimane in carne refrigerata, per anni in carne congelata, da 3 a 6 mesi nei salumi.
Quali sono i sintomi I sintomi della peste suina africana sono simili a quelli della peste suina classica: febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con effetti evidenti su orecchie e fianchi. Può verificarsi anche la morte improvvisa. Nel cinghiale alcuni sintomi, come le emorragie cutanee, sono di difficile rilevamento. I ceppi più aggressivi del virus sono generalmente letali e il decesso avviene entro 10 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi.
interessa uomo o altri animali??? NO
chi gestisce il problema? Ministero della Salute e Commissario Straordinario.
Il virus è lo stesso di quello sardo? NO ma la componente genetica dice che proviene dai paesi europei.
ad agosto 2023 aveva colpito solo cinghiali (selvatici) ad oggi 9 focolai in allevamenti maiali provincia Pavia.
come si è trasmesso? Ad oggi si pensa sia prevalentemente attraverso le attività dell’uomo con abbandono in ambiente di resti di alimenti a base suina non controllati da paesi dell’Est europeo.
cosa è stato fatto? Inizialmente per accedere ai fondi emergenziali europei e averne diritto, una rete di contenimento tra Piemonte e Liguria. Successivamente è stato istituito un piano nazionale di sorveglianza PSA. – Sorveglianza Passiva in popolazione di cinghiali – Sorveglianza passiva in popolazione di suini – gestione popolazione di cinghiali – verifica livelli di applicazione delle misure di biosicurezza – compagnia di formazione e informazione Dal 2022 recinzione Dal 2023 un nuovo piano suddiviso tra zone indenni e non indenni. INDENNI SORVEGLIANZA PASSIVA, VERIFICA LIVELLO APPLICAZIONE MISURE BIOSICUREZZA, FORMAZIONE NON INDENNI – ricerca attiva carcasse cinghiali zone restrizione I E II- Sorveglianza passiva cinghiali in difficoltà o moribondi, catturati o abbattuti. – Sorveglianza attiva con attività venatoria con rispetto norme biosicurezza – rafforzamento in zona II di barriere fisiche e artificiali Il commissario straordinario ha infine emanato IL PIANO STRAORDINARIO CATTURE, ABBATTIMENTO E SMALTIMENTO DEI CINGHIALI E AZIONI STRATEGICHE PER L’ELABORAZIONE DEI PIANI DI ERADICAZIONE NELLE ZONE DI RESTRIZIONE 2023-2028. Rimozione si intende l’abbattimento dell’80 per cento della popolazione Le regioni sono responsabili della gestione degli abbattimenti e della filiale alimentare derivante da carne cinghiale specie nelle zone urbane. Nel caso dei cinghiali abbattuti poi verranno sottoposti ad analisi igienico-sanitarie e, in caso negativo, saranno destinati al consumo alimentare, gli altri dovranno essere cremati e messi in fosse create ad hoc dai Comuni.
DATI CONTAGIO:
1.157 in totale i casi di peste suina africana rilevati in Piemonte e in Liguria, secondo i dati al 2 gennaio forniti dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, conteggiati a partire dal 27 dicembre del 2021. I positivi sono 24 in più rispetto all’aggiornamento precedente, per dieci casi segnalati in Liguria, dove il totale cresce a 604, insieme ad altri 14 in Piemonte, dove i casi identificati salgono a 553. I dieci nuovi casi liguri sono stati rilevati in provincia di Genova: uno a Fascia (tre casi in totale), quattro a Genova (57), uno a Gorreto (quattro), uno a Montebruno (otto), uno a Rezzoaglio (tre), uno a Rovegno (43), uno a Torriglia (35). I 14 nuovi casi piemontesi sono stati accertati in provincia di Alessandria: due ad Alice Bel Colle (primi casi nel Comune), uno ad Avolasca (tre), uno a Casasco (quattro), uno a Gremiasco (quattro), uno a Ponzone (40), tre a Prasco (sette), uno a Sant’Agata Fossili (sei), due a Stazzano (cinque), due a Tortona (primi casi nel Comune). Con i casi di Alice Bel Colle e Tortona salgono a 125 i paesi in cui è stata osservata almeno una positività. NEI PAESI dove non si ancora verificati casi POSSO ANDARE A FARE TREKKING o PASSEGGIATE? Si ma devo disinfettare scarpe al termine attività e parcheggiare auto su asfalto. Cani al guinzaglio e fare solo sentieri segnalati bianco rossi della sentieristica regionale. In caso di ritrovamento segnalare la carcassa con invio messaggio con GEOLOCALIZZAZIONE. SE TROVATE IL CARTELLO in prossimità strade campagna o inizio sentiero come nell’ultima foto allegata siete in: Zona di Restrizione ll PESTE SUINA AFRICANAREG UE 2022/1413 s.m.i. – OM n. 4 28/06/2022 s.m.i. ZONA INFETTA NORME DI COMPORTAMENTOLA MALATTIA COLPISCE SOLOSUINI E CINGHIALINON CI SONO RISCHI PER L’UOMO COSA FARE SE TROVI UNA CARCASSA DI CINGHIALE
Raccogliete coordinate geografiche
Scatta una fotografia e/o invia foto e coordinate via whatsapp al numero
3312679459 COSA NON FARE Toccare e avvicinarsi alla carcassa Abbandonare nell’ambiente rifiuti o scarti alimentarispecialmente se contenenti carni o prodotti da suini/cinghiali Foraggiare i cinghiali se non necessariamente autorizzato Altre buone prassi e norme di biosicurezza: Evitare il sottobosco percorrendo sentieri segnati Tenere il proprio cane al guinzaglio Rispettare le norme di caccia previste in Regione Piemonte Prevedere una volta uscito dalla zona di restrizione il cambio delle calzature o procedere alla disinfezione di calzature o ruote dei mezzi di trasporto con disinfettanti attivi PSA Le regole relative all’accesso alla zona dl restrizlone lI ed alle attlvltà consentite sono disponibll al seguente llnk:https://www.regione.plemonte.it/web/amministrazione/regione-utile/contenimento-della-peste-suina-africana dei 10 comuni della SFM 7 sono IN QUESTA ZONA
Domenica sui sentieri del Parco Astigiano della Valsarmassa e sui sentieri 200 del CAI DI ASTI, con partenza da Belveglio (AT) per l’escursione organizzata dal camminovigliese.it e la delegazione FAI di ALESSANDRIA.
La Riserva Regionale della Valsarmassa
Istituita con legge della Regione Piemonte nel 1993, la Riserva regala scorci paesaggistici di grande suggestione, colline coperte prevalentemente da boschi che si susseguono lasciando di tanto in tanto spazio a prati, campi e vigneti. Un ambiente incontaminato dove è possibile scoprire un ricco patrimonio di specie floro-faunistiche. Sulle dorsali delle colline più ripide le robinie hanno sostituito le viti. Restano i terrazzamenti a testimoniare il lavoro contadino di un’epoca in cui l’economia di queste terre era basata esclusivamente sull’agricoltura. Tra i robinieti si alternano frassini, carpini, noccioli e roveri: proprio una rovere, è la mitica “Ru”, è l’albero ultrasecolare entrato nei libri di Davide Lajolo.
Il diffondersi del territorio boschivo ha modificato e ampliato l’ecosistema faunistico: dai numerosi mammiferi (scoiattoli, moscardini, lepri, volpi, ricci) che vivono nel sottobosco agli anfibi e alle libellule che trovano il loro ambiente ideale nelle acque stagnanti del Lago Blu. Molte sono anche le specie dell’avifauna: il picchio, l’upupa, la cinciallegra, la ghiandaia, il gruccione.
Dal punto di vista geologico l’area si inserisce nel Bacino Pliocenico Astiano. Numerosi sono gli affioramenti di sabbie e argille ricche di ritrovamenti paleontologici: conchiglie di molluschi, resti di mammiferi marini. Agli aspetti naturalistici di questo territorio si affiancano testimonianze storiche e culturali che hanno origini molto lontane nel tempo (già abitata dall’uomo preistorico, popolata dalla tribù dei Sarmati da cui deriva il nome della valle, in epoca medioevale feudo degli Scarampi, degli Incisa e dei Crova).
Non lontano dal parcheggio di Monte del Mare, in direzione Cortiglione, si trova il casotto di Ulisse, il rifugio tra le vigne di Davide Lajolo: utilizzato come ricovero di attrezzi agricoli, durante la guerra di liberazione divenne la prima base della banda di partigiani costituita da Lajolo. Nel ventre della collina, ai piedi del casotto, si trova il cosiddetto “Castello del Mago”, serie di cunicoli, sotto la pineta, già rifugio dei disertori della prima guerra mondiale.
La leggenda della RU riguarda una antica leggenda del 1630 che narra dell’amore tra Clelia e Ariosto che per sfuggire alla peste si rifugiarono sulla grande quercia.
I VIGNETI DI VINCHIO E VAGLIO
I vigneti dei viticoltori di Vinchio Vaglio si estendono prevalentemente nei comuni di Vinchio e Vaglio Serra e, in parte più limitata, in quelli limitrofi di Incisa Scapaccino, Cortiglione, Nizza Monferrato, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea e Mombercelli.
Questo territorio, parte integrante del sistema collinare dell’Alto Monferrato, è caratterizzato da terreni di natura prevalentemente calcarea e sabbiosa. Gran parte dei vigneti si affaccia su pendii molto ripidi, che rende la loro lavorazione particolarmente ardua ma offre il vantaggio di esposizioni ottimali, che fronteggiano il sole nell’arco dell’intera giornata. Si tratta quindi di viticoltura faticosa, dove il lavoro e la passione dell’uomo rappresentano il fulcro dell’attività produttiva. Proprio l’unione di questi elementi permette alla vite di esprimersi nel modo migliore: rese basse (1,5 – 2 Kg di uva per ceppo) con elevate gradazioni zuccherine e una maturazione che, grazie alla rilevante escursione termica notte-giorno, permette di sviluppare al meglio i profumi; insomma l’uva prodotta da questa terra ha gli ingredienti indispensabili per diventare un vino d’eccelsa qualità.
Con la val Tiglione a nord e la valle Belbo a sud, i paesi di Vinchio e Vaglio Serra sorgono su due alture che si fronteggiano, nel cuore dell’Alto Monferrato, al centro di una delle aree a miglior vocazione vitivinicola dell’Italia settentrionale, il sud Piemonte.
Confinano con altri comuni, tutte famose terre da vino che, per quanto geograficamente prossime, presentano situazioni pedologiche diverse all’origine; nel caso specifico, delle talvolta notevoli differenze caratteristiche ampelografiche dei vari vitigni coltivati in questa zona.
A Vinchio, terra tipica della Barbera, prevalgono i terreni argillosi-calcarei che abitualmente forniscono vini di buone acidità e struttura, adatti all’invecchiamento. Qui le giaciture sono molto ripide per cui prevale il lavoro manuale essendo quello meccanico assai difficoltoso. L’area che guarda verso ovest, presenta invece prevalentemente terreni sabbiosi che consentono di dare ai nostri vini grande freschezza e notevole eleganza.
I terreni dell’area che fanno capo a Vaglio Serra sono “cugini” con quelli della zona più a sud verso Nizza Monferrato nei quali si ritrovano considerevoli quantità di argilla e venature di terra rossa da cui si ottengono vini di maggior struttura e colore.
L’ESCURSIONE
Punto di ritrovo il parcheggio del centro sportivo di BELVEGLIO da qui si seguono le indicazioni per il sentiero 200 in direzione tre vescovi.
Saliti lungo un bel sentiero in falso piano si arriva ad affrontare una salita decisa che ci porta a Vinchio dove si devia a sinistra verso Cortiglione in direzione della BIG BENCH 94 di Vinchio che raggiungiamo dopo circa 2 km.
Dopo la foto di rito si scende in direzione della zona di riserva del parco della Val Sarmassa, con passaggio tra boschi e vigneti. Arrivati alla Statale che porta alla Cantina Sociale di Vinchio e Vaglio noi ci dirigiamo a sinistra verso Incisa Scapaccino e da qui ritorniamo nuovamente nella zona di riserva risalendo sul sentiero che dietro IL LAGO artificiale di pesca ci porta a risalire nuovamente in Val Sarmassa sino a ritornare sulla strada asfaltata che da Cortiglione va a Vinchio.
Preso il sentiero nel bosco scendiamo tutto nel verde sino a raggiungere l’asfalto e ritrovare la strada asfaltata da dove eravamo partiti per rientrare ad anello al parcheggio.
BEL GIRO da fare in tutte le stagioni, nelle prossime settimane sicuramente fiori e nuove gemmazioni inizieranno a colorare il bosco e sarà interessante ritornare per fare qualche nuova scoperta.
PROSSIMA ESCURSIONE A BUBBIO E MONASTERO BORMIDA
IMPORTANTE PRENOTARE VISTE LE RESTRIZIONI PER LA PESTE SUINA AFRICANA che impediscono se non previa comunicazione ai Sindaci e all’ASL gruppi maggiori di 20 persone.
Un bel gruppo di escursionisti domenica ha partecipato alle camminate del FAI organizzate in collaborazione con la Delegazione di Alessandria e il camminovigliese.
I camminatori hanno potuto passeggiare tra i sentieri del CAI di Valenza 609 – 609a – 617 ottimamente segnalati e scoprire luoghi del nostro territorio non a tutti conosciuti.
Diversi i punti di interesse a Pomaro con il Castello costruito nel XII secolo per mano degli aleramici. Il Borgo viene nominato in un editto da Federico Barbarossa nel 1156 e la sua cinta muraria fu edificata a difesa del colle che domina la destra del Rio Grana.
La storia di questo borgo e del suo castello è caratterizzata inizialmente del suo essere conteso tra I Marchesi del Monferrato e Pavia (XIII sec.), con cessione a Pavia per poi ritornare ai Paleologi nel XV sec. che lo riconquistarono ai danni dei Visconti (Ducato di Milano) anche saccheggiato ed invaso dagli Sforza rimase poi Monferrino sino al periodo Spagnolo. (XVII sec.) quando diventò proprietà dei GONZAGA. In questo periodo il maniero subì numerosi attacchi alla cinta muraria e alle sue fortificazioni che rimasero seriamente danneggiate resistendo solo sul lato NORD.
Solo l’intervento degli ARDIZZONE permise di ricostruire in parte il danno alle mura e solo GIUSEPPE ROLANDO DALLA VALLE (già sindaco di Casale Monferrato) riuscì a completarne il restauro.
La dinastia del DALLA VALLE proseguì sino al 1950, senza però eredi il maniero fu dato al CONTE CARLO CALVI che marito di JOLANDA DI SAVOIA ebbero un figlio CARLO PIER FRANCESCO che visse al castello sino agli 70 del novecento insieme all’attrice Marisa Allasio per poi trasferirsi a ROMA.
Oggi la dimora viene utilizzata per feste e cerimonie.
La chiesa parrocchiale custodisce una reliquia della Santa Spina proveniente dalla corona di spine posta su Gesù in capo e tuttora conservata nella Basilica di Notre Dame de Paris.
ALTRI MONUMENTI DI INTERESSE VISTI DURANTE LA CAMMINATA:
CAPPELLA VOTIVA DI SANT’ANTONIO, CHIESA MADONNA DELLA NEVE, MADONNA DELL’ARGINE (Bozzole)
prossima camminata MONFERRATO ASTIGIANO – LUNGO LA DORSALE DOVE CRESCONO LE VITI DEL BARBERA DI VINCHIO E VAGLIO e il parco naturale della VAL SARMASSA.
Continua la collaborazione con il FAI delegazione di Alessandria e il http://www.camminovigliese.it per far conoscere il territorio di Monferrato e Langhe.
Vi presento IL PROGRAMMA DI FEBBRAIO completo, a inizio febbraio andremo nelle terre del Barbera e la Cantina Sociale di Vinchio Vaglio, poi ci sposteremo a Monastero Bormida e Bubbio per inoltrarci al confine tra Alto Monferrato e Langhe. Nella seconda parte del mese torniamo sulla Strada Serra del Basso Monferrato a Valmadonna e concludiamo il mese sulla Strada Franca del Monferrato in un anello a Fubine Monferrato.
Di settimana in settimana pubblicherò la locandina con difficoltà, km, orari e luogo di ritrovo.
intanto domenica si va a conoscere il territorio tra il Po e le colline di Monte Valenza.
Prenotazione come sempre obbligatoria viste le restrizioni dovute a peste suina B in zona.
Domenica scorso un bel gruppo di escursionisti ho potuto visitare Cassine partendo dal suo fiume La Bormida per poi andare a conoscere la Valguglioglio e la frazione di Sant’Andrea con uno sguardo da un lato alle colline acquesi e l’altro a quelle astigiane.
L’ESCURSIONE DI 14 KM ha visto un dislivello attivo di 211 metri e iniziata alle 9.30 si è conclusa alle 13.
PROSSIMA USCITA ANELLO DI MONTE VALENZA
IMPORTANTE LA PRENOTAZIONE AL 3347918068 VISTE LE RESTRIZIONI COME NUMERO DI ESCURSIONISTI PER GRUPPI CHE è LIMITATO VISTA LE LIMITAZIONI IN ZONA PESTE SUINA B
PAESI ATTRAVERSATI Camino – Grangia di Pobietto – Area Protetta del Po Piemontese – Morano sul Po – Casale Monferrato
INFO UTILI – VISITARE IL MUSEO RISICOLO di Pobietto 014285076 ufficiocomunicazione@parcopopiemontese.it (chiamare per tempo)
Prendendo come punto di riferimento la Fontana dei 100 comuni dell’acquedotto casalese vicino alla Parrocchia di San Lorenzo e scendiamo lungo Via Roma sino ad incontrare il BAR RISTORANTE IL RISTORO che lasciamo alla nostra destra prendendo a sinistra la strada provinciale 7 che scende verso valle.
La seguiamo per 3 km sino a raggiungere il Ponte sul Fiume Po e superato dopo 1 km giriamo a destra verso il Parco delle Donne.
Da qui percorriamo la strada inghiaiata lungo l’argine sino a raggiungere l’area della Grangia di Pobietto. Entriamo all’interno dell’azienda risicola in posizione rialzata rispetto ai terreni adiacenti. La sua edificazione risale al 1100 e ancora oggi si possono osservare alcuni elementi originali.
Percorriamo all’interno 200 metri per poi girare a sinistra in direzione dell’uscita, dopo arriviamo al Museo Risicolo, superato la strada inghiaiata si fa ampia e spaziosa.
Proseguiamo quindi per un lungo tratto su sterrato misto a ghiaia sino a superare un cavalavia per collegarci dopo 1 km alla VEN.TO che ci porta a Morano sul Po.
Giunti a Morano se si vuole entrare in paese si devia dall’argine ma il rientro lo deve poi fare sempre con riferimento ad esso per continuare la camminata.
Da qui inizia la ciclovia che porta sino a Casale Monferrato, ci sono indicazioni a partire dalla zona del porto fluviale di Morano e che ci portano all’argine di Morano.
Lo seguiamo dritti per dritti su ghiaia per 4.2 km sino ad arrivare al cambio di terreno che diventa asfalto. Da qui seguiamo per altri 2.5 km l’argine vedendo in lontananza i campanili di Casale Monferrato.
Giunti al termine dell’argine giriamo a destra per Strada Vecchio Torino che ci porta al Ponte sul Fiume Po.
Da Strada Vecchia Torino giriamo a destra e al termine del ponte tenendo la ciclabile giriamo a destra sul lungo fiume per circa 300 metri
Qui a sinistra troviamo le scale che portano con le strisce pedonali ad attraversare la strada in direzione del Castello dei Paleologi (visitabile tutti i giorni in autonomia).
Da Piazza Castello andiamo in direzione del Centro tenendo a riferimento i campanili delle Chiese. Qui entriamo in Via Aurelio Saffi e la percorriamo tutta.
Superata la Torre Civica arriviamo in Piazza Mazzini e ci teniamo a sinistra su Via del Duomo.
Raggiungiamo da Via del Duomo la Cattedrale di Sant’Evasio
Per chi volesse raggiungere dopo la visita alla Cattedrale il treno la traccia gpx porta per Via Liutprando (alla sinistra della facciata della chiesa) successivamente a destra su via Goffredo Mameli e subito a sinistra Via Benvenuto Sangiorgio.
Giunti in Piazza Cesare Battisti proseguiamo dritti per Via Facino Cane poi a destra per Via Gonzaga che ci porta a Viale Bistolfi, fronte a noi il Monumento a Giovanni Lanza.
Giriamo a sinistra seguendo il Viale che ci porta alla Stazione Ferroviaria dove possiamo rientrare con il treno da dove avevamo iniziato il nostro viaggio
PARTENZA Belvedere su Via Circonvallazione inizio sentiero bianco rosso
ARRIVO Castello di Camino
PAESI ATTRAVERSATI Treville – Quarti di Pontestura (bassa) Cascine Lunghe – Pontestura – Parco Regionale del Po e dell’Orba – Camino
Partiamo dal punto dove eravamo arrivati nella tappa precedente, dal Belvedere dove parte il sentiero 713 (sentieristica bianco rossa) e scendiamo lungo il sentiero che diventa subito sterrato e fa prima una curva a destra e poi a sinistra tra gli alberi.
Dopo poco il sentiero si apre ed iniziamo a percorrere, sempre su sterrato, un tratto dove a destra possiamo vedere la Chiesa Parrocchiale e tutto il centro abitato di Treville e a sinistra vigneti e canneti. Terminato questo tratto il paesaggio alla nostra destra si apre e osserviamo (nelle belle giornate) tutta la catena delle Alpi ed in particolare il Massiccio del Monte Rosa ed il nostro obiettivo di giornata il Castello di Camino, che si erge su una collina ben visibile.
Arriviamo quindi a lasciare il sentiero incrociando la SP32, questa strada asfaltata, poco frequentata ci condurrà sino a valle, nel frattempo dopo 100 a sinistra incontriamo la Chiesetta romanica di San Quirico. Le chiesette romaniche nel casalese sono più rare che nell’astigiano, questa è molto bella perchè restaurata recentemente ed in alcuni casi viene aperta ancora per il culto.
Dopo una visita proseguiamo per la strada per diversi km lasciando il sentiero 713 (che devia a sinistra prima di un gruppo di case). Dopo 2 tornanti arriviamo in prossimità della deviazione che a destra ci porta su Strada Bertolina, che seguiamo sino alla SP457var (proseguimento di Via Roma di Ozzano Monferrato). Qui prestando attenzione, visto il traffico veicolare intenso, superiamo la SP ed un passaggio a livello e prendiamo la strada per Località Dionigi.
La strada prosegue per 300 metri sino a trovare una palazzina dell’Enel (che prendiamo a riferimento, dove c’è una stradina inghiaiata alla nostra sinistra. La prendiamo, invece di salire lungo la strada asfaltata che porterebbe a Dionigi – Rollini.
La strada prosegue per circa 800 metri sino ad una deviazione a destra prima di una casa privata. La strada è caratterizzata dal passaggio a lato di un lungo boschetto. Prendendo questa strada restiamo sul fondo valle e seguendola troviamo sulla destra un laghetto e a seguire una strada sterrata che arriva proveniente da sinistra da una cappelletta dal borgo in alto di Rollini – Dionigi.
Il sentiero porta a raggiungere l’asfalto e Cascine Lunghe. Percorriamo tutta Via Marbello Livio per poi abbandonarla restando su Località Cascine Lunghe prendendo la strada a sinistra che ci porta sino ad una curva con affaccio su una strada sterrata a sinistra dove notiamo le indicazioni bianco rosse dei CASTELLI BRUCIATI.
Prendiamo questo sentiero e lo seguiamo sino a raggiungere dopo un km e mezzo la Strada Provinciale 7, per deviare a sinistra su essa per 50 metri e poi andare in verso la strada che alla nostra destra sale sul cavalcavia. Dopo 50 metri troviamo una strada sterrata a destra (inghiaiata) che prendiamo e percorriamo dritta sino al Po.
Qui passiamo sotto il cavalcavia della super strada e rientriamo a sinistra verso il centro abitato di Pontestura che raggiungiamo da Strada Barco e al termine di questa allo stop giriamo a destra e poi subito a sinistra evitando di andare in Strada Fontane per poter passare dal paese e poter usufruire dei servizi (bar, ristorante, fontanella, farmacia, visitare chiesa). Se vogliamo evitare il paese potremo seguire Strada Fontane e riagganciare il sentiero più avanti.
Giriamo quindi per Corso XVII Ottobre e proseguiamo sempre dritti incontrando la Piazza, i portici, la chiesa, la strada diventa Corso Roma e giunti all’intersezione con Via Trino a destra la prendiamo sino ad incrociare il sentiero a sinistra che seguiremo, sterrato, nella riserva del Po.
Il paesaggio si fa collinare, alla nostra destra troveremo sempre il Po e dopo 2 km ci sarà la possibilità di un belvedere.
Le colline qui sono dolci e la salita costante sino ad arrivare ad incontrare delle vigne dalle quali poter vedere il comune di Camino ed il Suo Castello.
Il sentiero si conclude all’arrivo della strada asfaltata dopo 3 km e mezzo.
Entrati in paese da Via Serra incontriamo prima alla nostra sinistra la casa museo di Enrico Colombotto Rosso e al termine della via alla nostra destra l’antico forno del paese.
Seguiamo la strada a destra, Via Pontestura, sino a raggiungere uno stop che ci porta a superare la SP7 che già avevamo incontrato in precedenza. Fronte a noi Via Roma che prendiamo. All’altezza dell’intersezione possiamo fermarci per un caffè o a pranzo al ristorante bar alla nostra sinistra RISTORANTE CAFFE’ RISTORO.
Proseguendo su Via Roma passiamo dritti prima il Comune e la Biblioteca, le Poste e arriviamo alla fontana dei 100 comuni dell’acquedotto casalese. Proseguiamo a sinistra e fronte a noi vediamo l’imponente castello che raggiungiamo dopo poco Via Castel S. Pietro e deviando a destra seguendo le indicazioni verso la chiesetta di San Gottardo.
La tappa termina con l’arrivo al cancello del Castello che per essere visitato deve essere avvisato per tempo.
RIENTRANDO in paese DATE UN OCCHIATA da dove siete arrivati dal belvedere sotto il castello.
PARTENZA Chiesa Parrocchiale di Altavilla Monferrato Piazza Umberto I
ARRIVO Chiesa Parrocchiale Treville
PAESI ATTRAVERSATI Altavilla Monferrato, Big Bench di Vignale Monferrato, Olivola, Big Bench di Olivola, Frassinello Monferrato, territorio di Cella Monte Chiesetta Madonna e Vigna dei pastelli, Sala Monferrato, Big Bench di Sala Monferrato, Regione Savoia, Treville.
ATTENZIONE LA SEGNALETICA VERTICALE E ORIZZONTALE DELLA SFM VERSO IL PO SARA’ APPLICATA A PARTIRE DAL MESE DI MARZO AL MOMENTO LE TRACCE SONO IN FORMATO GPX E POSSONO ESSERE RICHIESTA a deviszamburlin@gmail.com
Partiamo da Piazza Umberto I dopo esser passati a prendere un caffè al ristorante/bar in Via Cavour 4 0142/926179 RISTORANTE MISTER BARBERA dirigendoci verso Via Vittorio Emanuele II che diventa SP51 non appena usciamo dal paese.
Questo tratto della camminata è su statale e ci permette guardando alla nostra destra di osservare Vignale Monferrato. La strada non è molto trafficata ma dobbiamo comunque porre attenzione alle auto.
Dopo 2 km troveremo alla nostra destra la Chiesetta romanica dell’Annunziata in corrispondenza di un resort ristorante, da qui proseguiamo ancora per 1 km sconfinando per 50 metri nella provincia di Asti. All’incrocio per Casorzo giriamo a destra e scendiamo sulla strada sterrata con indicazioni per la Big Bench di Vignale Monferrato.
Seguiamo la strada sterrata e se vogliamo fare una foto con la big bench scendiamo tra i filari per poi riprendere il sentiero da dove lo avevamo lasciato.
Da qui proseguiamo sino a raggiungere una vigna con fronte a noi un’abitazione. Da qui scendiamo verso il fondovalle lasciandoci il boschetto alla nostra destra e a sinistra i filari. Da qui possiamo ammirare fronte a noi l’abitato di Olivola che raggiungeremo a breve, arrivati a fondo valle deviamo leggermente a sinistra per poi girare a destra e arrivare sulla SP 48.
Oltrepassiamo la statale facendo attenzione al traffico veicolare di auto non intenso ma veloce e saliamo su per il sentiero che si inerpica sulla collina.
Salendo tra i boschi ad un certo punto scorgiamo in lontananza la Chiesetta Romanica di Olivola che raggiungiamo dopo poco.
Dalla Chiesetta seguiamo la strada asfaltata e allo STOP giriamo a destra, qui non deviamo per il paese ma se volete fare una piccola deviazione potete girare a sinistra e raggiungere i BAR nella piazza o nel caso voleste fare punto tappa qui per dormire OLIVA APPARTEMENTS.
Non avendo deviato a sinistra proseguiamo il sentiero e andiamo verso il Cimitero del paese, seguiamo quindi le indicazioni a destra al bivio per la Big Bench e scendiamo su una strada stretta che da asfaltata diventa sterrata. La strada se non deviamo per la Big bench segue il fondo valle sino ad arrivare ad un’incrocio con una strada sterrata, qui giriamo a sinistra e dopo 100 metri a destra per salire su una salita discretamente impegnativa che ci porta in paese.
Arrivati su asfalto prendiamo a destra per Via Carducci e poi a sinistra per Via Lamarmora SP 46 sino ad incrociare a sinistra Via Cesare Amisano. Seguendo la strada arriviamo al Santuario della Madonna delle Grazie e deviamo qui a sinistra di esso per via San Bernardo.
La strada scende su asfalto sino alla Cappella di San Bernardo e dopo 500 metri deviamo a sinistra su strada inghiaiata che ci porta ad incrociare la SP 42 che porta a Rosignano. Noi la prendiamo per 150 metri e poi saliamo a sinistra. Questo percorso è quello della CREA SAN SALVATORE 727. Lo seguiamo per 300 metri poi deviamo a destra su strada sterrata tra le tartufaie che si ricollega all’altezza di una edicola votiva a sinistra con una strada inghiaiata che seguiamo e ci porta sulla strada per Cella Monte. Raggiungiamo dopo un bel tratto in natura una statua della madonna e prendendo la strada asfaltata a destra per 450 metri superando Cascina Magnina.
Da qui strada inghiaiata a sinistra tra le vigne sino superando LA VIGNA DALLE MATITE COLORATE e la chiesetta di Sant’Anna (territorio di Cella Monte). Da qui tenendo la strada a destra della chiesetta iniziamo il sentiero che dritto ci porta a Sala Monferrato. Bello il tratto panoramico sulla nostra destra che ci permette di osservare Cella Monte regione Coppi.
Arrivati a Sala Monferrato prendiamo usciti dal sentiero la SP 37 per pochi metri e attraversandola scendiamo su sentiero sino alla Big Bench di Sala Monferrato e la Chiesa di San Grato.
Arrivati qui teniamo la SP 37 sino all’ingresso in paese, qui se vogliamo troviamo fontanella, macelleria che fa anche bar e un ristorante. Proseguendo sulla SP 37 facciamo due curve e poi sulla nostra destra troviamo una strada in salita Via Ozzano, la percorriamo sino in cima e poi giriamo a sinistra. La strada tra le case ci porta sino alle Vigne di Botto e all’area camper del paese.
Da qui prendiamo il sentiero alla sinistra della SP 41 e iniziamo a salire tra vigne e case sino ad una deviazione a sinistra. A questo punto seguiamo la strada inghiaiata e arriviamo ad una nuova deviazione a sinistra in salita obbligata, visto che a destra c’è un cancello e una proprietà privata.
Saliamo sino a raggiungere regione Savoia, qui troviamo due ospitalità. Possiamo farmarci a dormire qui prenotando per tempo oppure proseguire,
Proseguendo e restando su asfalto percorriamo la strada molto panoramica, a destra vista su Cella Monte a sinistra Sala Monferrato e in lontananza Cereseto e il suo Castello e iniziamo a scorgere in lontananza Treville.
Arrivati ad un incrocio stradale, teniamo la sinistra e proseguiamo verso Treville seguendo la Strada Provinciale sino all’incrocio che a sinistra porta ad Ozzano e a sinistra a Treville centro.
Prendiamo la strada a sinistra facendo attenzione al traffico veicolare e in breve tempo giungiamo nel centro abitato di Treville punto di arrivo della tappa.