2 GIUGNO 2021 CAMMINATA PER LA RICERCA

Siamo felici di presentarvi la camminata in favore della LILT no profit che favorisce la ricerca e il reparto oncologico del SS. Antonio e Biagio di Alessandria !!!

Dopo l’anno di pausa obbligata torniamo a camminare per la ricerca, ma per la buona riuscita della manifestazione e la vostra sicurezza vi dobbiamo chiedere di PRENOTARE e compilare il modulo che vi verrà inviato via mail dall’organizzazione da consegnare al momento dell’iscrizione MERCOLEDì MATTINA DALLE 8.30

Quindi per iscriversi dobbiamo fare due passi:

  1. TELEFONARE AL 3347918068 O INVIARE UN MESSAGGIO WHATSUPP
  2. STAMPARE IL FOGLIO CHE VI VERRA ‘INVIATO VIA MAIL (UNO PER OGNI PARTECIPANTE) E CONSEGNARLO AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE COMPILATO MERCOLEDì MATTINA.

Al momento dell’iscrizione vi verrà dato ordine e orario di partenza per consentire di non creare assembramenti

In questi giorni stiamo aspettando le REGOLAMENTAZIONI per quanto riguarda i ristori e la distribuzione cibo post camminata, quindi vi chiediamo la pazienza di attendere per conoscere il menu oppure il pacco pic nic.

ALLA PARTENZA E NEI LUOGHI DOVE CI SONO ALTRE PERSONE INDOSSARE MASCHERINA.FIRMARE E SOTTOSCRIVERE IL CONTRATTO CHE VERRA ‘INVIATO VIA MAIL COME VISITA GUIDATA ESCURSIONISTICA

MANTENERE LA DISTANZA DI SICUREZZA DI ALMENO 1.5 METRI DA ALTRE PERSONE

UTILIZZARE IL GEL IGIENIZZANTE MESSO A DISPOSIZIONE NEI PUNTI RISTORO E A INIZIO PERCORSO

EVITARE DI TOCCARE NASO VISO E OCCHI CON LE MANI

PARTENZA VIETATA A CHI ABBIA UNA TEMPERATURA CORPOREA SUPERIORE A 37.5

L’offerta che viene fatta per partecipare andrà interamente devoluta LILT

GRAZIE a tutti per la collaborazione

NB. il regolamento e la camminata potranno subire variazioni dettate da regole ANTICONTAGIO non dipendenti dall’organizzazione.

GLI ORGANIZZATORI SONO MANLEVATI DA OGNI QUALSIVOGLIA RICHIESTA DI DANNI A COSE/PERSONE/ANIMALI CHE SI VERIFICASSERO PRIMA/DURANTE/DOPO LA MANIFESTAZIONE

in Arancione riprendono le escursioni

COME DA decreto legge da questo Lunedì il Piemonte è in zona Arancione, l’escursione di questa settimana si rivolge a tutti le persone che abitano in paese e possono camminare nella circonferenza dei 30 km dal comune di residenza.

La gita si svolge attraverso le colline del monferrato astigiano ai confini con la propagine delle langhe. Partenza da Castelnuovo Belbo campo sportivo per andare a salire in collina e visitare da prima la Big Bench e poi i vigneti di barbera tra boschi di acacie, ciliegi e pruni in fiore.

La visita continua poi al borgo villa, borgo medievale del comune di Incisa Scapaccino. Rientro previsto per le 12.30 dal punto di partenza.

Mezzi di protezione e distanziamento obbligatori.

per informazione DEVIS 3347918068 prenotazione obbligatoria

Valmadonna in tour

L’ultimo week end utile in zona arancio ci ha portato, nel rispetto delle regole anticontagio ad intraprendere una escursione guidata a Valmadonna (Al)

Valmadonna (Valmadòna in dialetto alessandrino) è una frazione
di Alessandria, di 2.283 abitanti (al 31/12/2019), che sorge a 130 metri sul
livello del mare e dista 7,10 chilometri dal capoluogo.

Nel giro effettuato si è partiti dal piazzale della chiesa parrocchiale, attraversare la strada provinciale e andare verso la piscina Valmilana.

Da li si è percorso a ritroso il giro che gli alessandrini conoscono come il giro del morto che risale sino alla strada Maura e riporta alla costa alta di Betania. (vedi descrizione nel proseguio articolo)

Da Betania si è percorso il sentiero cai 607 sino all’incrocio per Frescondino. Da lì si può ammirare un bellissimo paesaggio sulle alpi piemontesi e lombarde a destra e a sinistra Valle d’Aosta e Francia. Osservando la valle si possono scorgere il pone Meier e più in là gli appennini Liguri.

il Giro si conclude ad Anello riprendendo la strada Del Castellino dalla quale si possono scorgere la Valle Quarta, San Salvatore Monferrato e Castelletto.

il giro di 12 km non impegnativo, se non nel primo tratto con alcune salite brevi a 10% di pendenza viene coperto in 2 ore e mezza. Sul percorso non ci sono fontanelle ma alla partenza si può fare rifornimento d’acqua alla Soms del Paese. Il sabato c’è il mercato alimentare in piazza.


Architetture religiose
La chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta venne edificata nel 1739 ed è posizionata nel centro
del paese. Intorno al XIII° secolo nel territorio di Valmadonna era presente un’altra chiesa che all’epoca
ebbe probabilmente una certa notorietà tanto che Papa Onorio III, nel 1217, la citò in una sua bolla
pontificia. L’antica collocazione è da ritenersi situata sulla collina che separa la zona della borgata di Valle
Quarta dalla vallata su cui sorge attualmente il centro del paese.


Monumenti
Accanto alla facciata della scuola elementare è presente un monumento in ricordo dei compaesani caduti nelle due guerre mondiali. Una scultura a forma di arpa è posizionata all’interno di un’aiuola all’altezza del principale incrocio del paese. Creata dal maestro Corsanini di Milano, venne inaugurata il 28 maggio 1989 in memoria di Franco Provera; presidente della provincia di Alessandria dal 1980 al 1982.


Istruzione
A Valmadonna sono presenti due complessi scolastici. La scuola elementare Vittorino da Feltre costruita nel 1888 e l’asilo infantile, Elsa Malpaganti, costruito nell’anno 1892 per interessamento dell’allora parroco don Andrea Vescovi, con l’aiuto di molte famiglie valmadonnesi e del sindaco di Alessandria, Enrico Fortunato.


Storia
Valmadonna, nata tra il XI e il XII secolo, deve le sue origini principalmente all’abbandono di antichi piccoli agglomerati situati nella pianura fra le attuali Alessandria e Valmadonna. Le famiglie più agiate si
trasferirono nell’allora neo-fondata Alessandria, mentre quelle più umili si sistemarono sulle colline e nelle valli che andranno a costituire l’attuale territorio della frazione. Il nome dell’antico stanziamento,
Astigliano, rimase tale fino al XV secolo; in seguito venne mutato dapprima in Valle delle Grazie e infine, dal 1858, nell’attuale Valmadonna.


BETANIA la STORIA
Monastero di clausura delle Carmelitane Scalze di Betania 29 aprile 1973.
La storia
L’istituzione di un seminario al servizio un ampio territorio del sud-est del Piemonte nacque nel 2007, su iniziativa dei vescovi di Casale,
monsignor Germano Zaccheo, e di Alessandria, monsignor Fernando Charrier, considerato che il continuo calo delle vocazioni non consentiva più, per motivi economici e gestionali, a ciascuna diocesi di tenere in vita un proprio collegio ecclesiastico.
Quando venne aperto, nel 2008, il seminario di Betania contava 28 studenti che si preparavano al sacerdozio. Da allora il numero di seminaristi è continuamente calato e oggi i costi di gestione sono diventati insostenibili. Le spese generali (circa 150mila euro all’anno) vengono divise fra le cinque diocesi, mentre le altre spese sono ripartite proporzionalmente in base al numero di studenti iscritti.
Ora a Betania, tutto tace perchè la struttura è stata definitivamente chiusa, anche se qualche movimento seppur limitato all’interno si può notare.

Questa escursione come altre che trovate raccontate negli articoli possono essere prenotate per gruppi o singoli durante tutto il periodo primaverile e autunnale.

contatto DEVIS 3347918068

SABATO IN GIALLO

Escursione confermata per Sabato 20 febbraio con partenza da Piazza Roma ad Oviglio alla volta di Abazia di Masio.

Nel percorso di 16 km circa potremo osservare il Castello di Redabue, La casa del Popolo, Il castello di Monvicino ad Abazia e nel rientro ad Oviglio visitare la casa di caccia e la Frazione Rampina.

Il percorso misto sia su sterrato che su asfalto ripercorre i sentieri che collegavano commercialmente Oviglio al mercato di Felizzano e al porto di Masio attraverso la strada Cavallerizza e nel rientro da Monvicino il sentiero percorso dai militari tedeschi per contrastare i partigiani nella battaglia di Bergamasco del dicembre 1944.

Essendo in zona gialla restano obbligatorie mascherina e distanziamento ma si può cambiare comune e percorrere i sentieri anche verso altri paesi.

Dalla prossima settimana verrà pubblicato il programma escursioni di Marzo che potrebbe subire variazioni a seconda delle direttive del COMITATO SCIENTIFICO

A tutti buon cammino

ripartiamo IN GIALLO

✔

 Nel rispetto della zona gialla ripartono le escursioni guidate

La prima escursione ci vedrà impegnati nel percorso ad anello da Oviglio ad Abazia di Masio. i Posti limitati sono di 10 persone, mascherina, distanza tra i partecipanti di almeno 2 mt l’uno dall’altro e gel a disposizione.

🌞

DESCRIZIONE PERCORSO: Partenza da Oviglio passaggio sulla antica STRADA CAVALLERIZZA sino al Castello di Redabue per entrare in Abazia di Masio passando vicino ai noccioleti e cascine. 

Giunti vicino alla chiesa di Abazia, sosta alla Soms del paese. 

Ripartiti andremo verso la casa del popolo e da li Monvicino, Frazione Rampina casa di caccia Strada Franca per tornare a Oviglio su strade sterrate. 

⏰

 Tempo per percorrere i 16 km circa 3 ore e mezza, rientro entro le ore 13 da dove si è partiti,

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Fondamentale RICORDATE bisogna prenotare per partecipare.

SCARPE #TREKKING in caso di maltempo il percorso potra’ subire variazioni. 

INFO 3347918068  

#camminataingiallo
#scopriamoinostrisentieri
#portalmunfra
#escursioneguidata
#guidaambientaleescursionistica

La Geografia del Monferrato

Il Monferrato che conosciamo oggi è differente dal Monferrato fondato il 21 marzo 967 da Aleramo e che nei secoli ha visto modificato i suoi confini. In questo articolo cerchero’ con l’aiuto della geografia di illustrare i confini che oggi caratterizzano il territorio monferrino.

Il Monferrato puo’ considerarsi grazie alla sua estensione, circa 300.000 ettari una sub-regione del Piemonte, dai confini geografici non da tutti accennati in modo uniforme, ma che possiamo cercare di difinire come i seguenti:

Il suo territorio, quasi esclusivamente di natura collinare, è compreso principalmente all’interno delle province di Alessandria e Asti e si estende verso sud a partire dalla destra idrografica del Po sino a giungere ai piedi dell’Appennino ligure sul confine con la città metropolitana di Genova e la provincia di Savona. Inoltre confina con altre regioni geografiche e storiche del Piemonte appartenenti alla provincia di Cuneo, ossia le Langhe e il Roero, e a nord-est con la regione storica lombarda della Lomellina. Il territorio infine confluisce ad ovest, senza soluzione di continuità, nella zona delle Colline Torinesi.

  • a Nord delimitato dal’arco che il fiume Po forma tra Chivasso e Valenza
  • a Sud delimitato dalla linea del confine delle province di Asti e Cuneo (che separa il Monferrato Astigiano dalle Langhe)
  • nella parte sud-orientale il confine include il Monferrato Acquese (con Spigno e Ponzone quasi alle soglie della Liguria) e quello Ovadese (con la punta estrema di Belforte) i cui confini vanno visti con quelli della provincia di Alessandria
  • a Ovest il confine scende verso Chieri e le colline attorno a Torino
  • a Est delimitato all’incirca dal fiume Bormida e dalla Pianura Alessandrina.

Le colline la cui altezza media di 350 metri di altitudine sul livello del mare sono costituite da sedimenti di varia natura (come argille, marne, arenarie, sabbie neogenetiche, calcari), depositatosi all’inizio del quaternario e dall’evaporazione e ritiro delle acque del mare Adriatico che ricopriva gran parte dell’Italia Settentrionale.

Le colline del Monferrato spesso sono caratterizzate dalla scoperta di fossili marini la spiegazione è da ricercarsi nelle epoche geologiche più antiche. Con il ritirarsi del mare il fondo del terreno si spaccava in numerose grandi fessure, così nascevano le colline che il geologo B. Gastaldi definì “negative” perché nate, non da una spinta orogenetica del terreno, ma dall’erosione delle acque.

Le colline astigiane, che si differenziano per la loro origine da quelle del’alto Monferrato e della catena di colline che va da Moncalieri a Valenza originate dalle gigantesche forze orogenetiche e per cui dette “positive” sono l’esempio descritto sopra.

Il Monferrato si può distinguere anche in:

Alto Monferrato o Meridionale costituito da varie dorsali parallele, separate dalle valli nelle quali scorrono i fiumi Belbo, Bormida di Millesimo, e quella di Spigno, Erro, Stura di Ovada e Orba.

I centri abitati di maggior altitudine sono quelli di Pareto (476 mt.) Cavatore (516 mt.) Castelletto d’erro (540 mt.) Montechiaro d’acqui (560 mt.) Ponzone (629 mt.).
Le città più importanti sono: Nizza Monferrato, Acqui e Ovada.

Basso Monferrato o settentrionale costituito soprattutto dalla catena collinare che va da Moncalieri a Valenza, dalle colline astigiane e casalesi.

I centri abitati di maggior altitudine sono Robella (428 mt.), Tonengo (430 mt.), Cocconato (491 mt.), Cinzano (495 mt.), Albugnano (549 mt.).

Le città importanti del Basso Monferrato sono: Asti, Casale e Valenza.

I fiumi pi importanti che attraversano il Monferrato sono il Po ed il Tanaro che attraversa gran parte della sub-regione, accogliendo le acque del Borbone, del Traversa e del Verza per poi sbucare nella pianura alessandrina dove riceve la Bormida unificata che già porta con sè il Tiglione, il Belbo, l’Erro e l’Orba per poi sfociare nel Po a Bassignana.

La geografia del Monferrato è riconoscibile attraverso il paesaggio che si può notare percorrendo le sue strade di collina, osservando i suoi paesi e suoi punti panoramici da cui si può osservare la sua variegata distesa di colline, vigneti, paesaggi e castelli.

Provando a fare un elenco con i paesi che maggiormente lo rappresentano possiamo provare a fare un elenco dei paesi facenti parte di questa zona del Piemonte.

Basso Monferrato

Monferrato Astigiano

Alto Monferrato

Cliccando sui paesi potrete attraverso Wikipedia trovare informazioni sui singoli paesi.

Il progetto del Camminovigliese.it è quello attraverso #portalmunfra di unire ad anelli i paesi a tre a tre e poi creare un grande anello per percorrere anche in più giorni a piedi tutti i paesi del Monferrato.

Se siete interessati a visitare o volete fare una escursione guidata contattate DEVIS 3347918068 guida ambientale escursionistica della Regione Piemonte.



ESCURSIONE domenica 18.10

Il trekking di questo week end ci vedrà impegnati in un viaggio alla scoperta del romanico astigiano. Visiteremo le chiese romaniche di MONTEMAGNO e CASORZO e potremo apprezzare il castello di Montemagno e la Torre di guardia di Viarigi.

SPECIAL GUEST il Bialbero di Casorzo al quale faremo visita in un passaggio sul nostro percorso.SI SEGUONO LE NORMATIVE COVID19 
MASCHERINA distanziamento e GEL MANI.PARTECIPANTI MAX. N. 15 PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
DEVIS 3347918068 contatto via mail deviszamburlin@gmail.com 
per invio contratto escursione.

SE SEI INTERESSATO CLICCA QUI SU EVENTO FACEBOOK

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Tra Monferrato, Langhe e Sassello

Nella giornata di Domenica, i nostri camminatori, quelli che aderiscono al gruppo di #portalmunfra si sono cimentati in un bel trekking di 16 km nelle colline del monferrato acquese.

Partenza da Ponti, passaggio a Castelletto d’Erro e Montechiaro d’Acqui e ritorno ad anello lungo il sentiero 571 del CAI.

PONTI

Le origini del Comune di Ponti risalgono all’epoca preromana secondo alcune fonti la fondazione è contestuale a quella della vicina Acqui Terme (Aquae Statiellae). Durante la dominazione romana al borgo venne attribuito il nome di Pontum, derivato dai ponti che i Romani erano soliti costruire sui rii affluenti del fiume Bormida durante la realizzazione della via Emilia Scauri, della quale si può ancor oggi ammirare una pietra miliare (colonna Antonina) risalente al II secolo D.C. e conservata sotto il porticato del palazzo comunale. La colonna è testimonianza del primo ripristino della via Julia Augusta, importante strada costruita dall’imperatore Augusto in sostituzione della suddetta via Emilia Scauri che conduceva da Roma alla Gallia.

Durante il medioevo, Ponti fu feudo dei Marchesi del Carretto come si evince dagli stemmi di famiglia conservati sui muri di alcune antiche case e sui ruderi del castello situati sulla collina del paese.

La successiva storia di Ponti è molto frammentaria negli archivi storici sono presenti soltanto alcuni atti notarili dai quali si attesta la presenza della famiglia dei Del Carretto ancora come marchesi del feudo fino al XVII secolo e la citazione di Giorgio Guerrieri come signore di Ponti.

Nel paese è situata una targa che suggella il gemellaggio tra il borgo piemontese e la cittadina cosentina di Dipignano avvenuto nel 1974 che rievoca un episodio del lontano 1571 quando un gruppo di calderai di Dipignano furono accolti dal marchese Cristoforo del Carretto che diede loro asilo e viveri in cambio della loro abilità nella preparazione di vettovaglie. Inoltre il marchese regalò un enorme paiolo agli ospiti promettendo di riempirlo di farina se fossero riusciti ad aggiustarlo e così fu il nobile mantenne la promessa donando una ingente quantità di farina di polenta.

Principali emergenze storico-architettoniche da visitare a Ponti

L’attuale Chiesa Parrocchiale di Ponti è dedicata a Maria S.S. Assunta in Cielo, si tratta di un edificio di grandi dimensioni situato a fianco della strada statale (antica Via Napoleonica).
E’ stata costruita tra il 1895 e il 1897 in stile rinascimentale, al suo interno è conservato un artistico coro, composto in parte da specchi e schienali di legno d’America, levigati e lucidati a vernice e un grandioso organo del Montesti  rilevato dalla sinagoga degli Ebrei di Torino nel 1933. Le due navate laterali terminano con due altari in marmo, dedicati l’uno all’Immacolata di Lourdes e l’altro a Sant’Antonio di Padova, Patrono della Parrocchia. Le balaustre dell’altare maggiore e di tutte le cappelle sono in marmo bianco. Nell’abside è conservata un’artistica vetrata ovale raffigurante sant’Antonio.

Il simbolo di Ponti è certamente la Chiesa vecchia anch’essa dedicata all’Assunta che dall’alto domina l’intera vallata.
Si tratta dell’abside dell’antico tempio con tre altari (uno dedicato alla Beata Vergine del Rosario) uno nello sfondo di mezzo e due laterali di stile barocco, davanti ai quali si allungava la costruzione a tre navate. Pare che contenesse più di 1000 persone a dimostrazione dell’importanza storica di questo luogo che pare fu coinvolto nelle lotte contro il paganesimo, l’arianesimo e i musulmani.

Nel 1911 la chiesa vecchia, essendo stata abbandonata per la costruzione della nuova, diroccò in parte. In seguito (1919- 1923) venne ricostruita ad opera di privati, abitanti della regione Chiesa Vecchia che si avvalsero dell’aiuto di tutta la popolazione pontese; purtroppo però l’opera di restauro ridusse di molto le proporzioni dell’antica parrocchiale. Durante la seconda guerra mondiale venne usata come deposito di materiale dall’ospedale della Chiappella di Genova ed in seguito venne occupata da forze naziste e repubblichine che la danneggiarono rompendone la porta e un banco di noce. In seguito al decreto del 27/06/1946 e alla domanda fatta dall’Arciprete, don Testa, per risarcimento danni, venne approvata la perizia del Genio civile di Alessandria dal Provveditorato Regionale alle opere Pubbliche per il Piemonte con decreto in data 29/01/1947, ed autorizzata l’esecuzione dei lavori; essi peraltro, ammessa la loro attuazione, furono di scarsissimo rilievo. Prima di venire parte del Beneficio Parrocchiale, che se ne assume gli oneri, la Chiesa era appartenuta alla Compagnia del Santo Rosario che possedeva qui dei beni (informazioni reperite sul portale del Comune di Ponti).

Da segnalare la bellissima torre campanaria a forma quadrangolare, divisa in quattro ripiani, distinti l’uno dall’altro da cornicioni adorni di archettature in rilievo, con la cella campanaria e la stanza dell’orologio (che era sia meccanico che solare) rischiarate da piccole bifore, conferitoie nelle altre parti e finte bifore e trifore di efficace effetto. La rocca del campanile è sormontata da una cuspide a piramide ottagonale, di mattone rosso, che si alza in mezzo a quattro pinnacoli, dello stesso materiale; cuspide e pinnacoli terminavano con una croce.

A breve distanza dalla chiesa Parrocchiale, sorge l’Oratorio di San Sebastiano, ufficiato, un tempo, dalla confraternita omonima. Lacostruzione della chiesa risale al 1600 circa, come risulta da parecchi testamenti di tale epoca nei quali sono contenute disposizione di testatori che elessero in tale oratorio la loro sepoltura, ed al suddetto lasciarono beni e censi. 

Tale chiesa servì sempre come succursale dell’antica parrocchia, a comodità degli abitanti del borgo, quando quest’ultima era situata sul colle soprastante.

CASTELLETTO D’ERRO

Castelletto d’Erro è un piccolo aggregato rurale della provincia di Alessandria collocato tral’Alto Monferrato e la valle Erro dedito all’agricoltura e alla pastorizia.

Le prime informazioni storiche di Castelletto d’Erro risalgono al 1080 e successivamente al 1169 quando alcuni abitanti del luogo donarono il castello ed il territorio limitrofo alla citta’ di Alessandria; era soprattutto un punto strategico che, attraverso la torre e le poderose mura, serviva da protezione da attacchi nemici saraceni.

Nel XIII secolo Castelletto d’Erro divenne feudo del vescovo di Acqui e la storia attesta che il vescovo Anselmo da Castelletto autenticò diversi diplomi donati dai vari imperatori. Nel primo periodo del XIV secolo passò nelle mani dei marchesi del Monferrato ma per poco tempo in quanto nel 1343 ritornò ad essere feudo del vescovado acquese.

Nel XV secolo con il trattato di Torino passò sotto il dominio dei Savoia e successivamente la sua storia si uniformò con quella del territorio limitrofo dalla val Bormida; nel 1815 venne decretata la provincia di Acqui con la ripartizione in quattro cantoni tra i quali quello di Bistagno che racchiudeva Castelletto, Ponti, Montabone, Rocchetta Palafea e Sessame.

Dal 1860 con il riordino amministrativo del Regno sabaudo venne inglobato nella Provincia di Alessandria.

Tra i suoi monumenti storici la torre medievale a base quadrata edificata attorno al 1330 circondata dal complesso fortificato con i resti delle possenti mura e delle torrette utilizzate per scopo militari e ornata di archetti. È costituita nell’apertura da una feritoia ed all’interno da due volte a botte di cui una come copertura di una cisterna posta alla base della torre.

La Chiesa parrocchiale dell’Annunziata di epoca tardo rinascimentale ma che ad oggi conserva una struttura più moderna dovuta a ristrutturazioni avvenute durante i secoli; all’interno ospita affreschi del ponzonese Pietro Ivaldi detto il Muto del XIX secolo raffiguranti l’Annunciazione, l’Ultima Cena, le virtù cardinali ed il Battesimo.

Infine di rilevante la Pieve di Sant’Onorato di origine antica con abside rettangolare; al suo interno sono conservate parti di affreschi del XVI secolo raffiguranti un martire in vesti di soldato romano.

MONTECHIARO D’ASTI

Montechiaro d’Acqui è un borgo diviso tra la parte bassa di fondovalle e caratterizzata da costruzioni più moderne e la parte alta di epoca antica costruita a difesa dalle incursioni saracene.

Il borgo rurale alto domina l’appennino ligure e le vallate della Bormida e dell’Erro tra la fitta vegetazione di ginestre  e la meravigliosa bellezza dei calanchiIl centro storico è caratterizzato da un’architettura rurale segnata dall’uso diffuso della pietra arenaria e dalla presenza di portalimedievali, voltoni passanti e strade lastricate in pietra. Questo centro storico è stato scelto nel 1999 come scenario del film “Il partigiano Johnny”, tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio ed è stato definito il più ben conservato centro storico delle Langhe.

Montechiaro ha origini preromane con un ruolo importante sul piano commerciale come stazione di posta lungo la via Aemilia Scauri; nel VII secolo d.C. il borgo è collocato nei pressi della pieve del Caurocome emerge dai resti di ruderi e da un fonte battesimale monolitico custodito all’interno dellaChiesa di Sant’Anna a Piana.

Nel XIII secolo ha origine il borgo di Montechiaro Alto derivato dallo spostamento dei traffici verso la Liguria. Sempre nello stesso secolo il marchese Delfino del Bosco consegna il feudo ad Alessandria,ma dopo poco tempo torna alla sua autonomia sotto il marchesato dei Del Carretto.

Nei secoli successivi Montechiaro venne sottomesso agli Sforza di Milano, agli Scarampi di Cairo, aimarchesi di Canelli fino ai Gianazzo di Pamparato che dopo un atto di fedeltà ai Savoia, mantennero il possedimento del feudo.

Principali emergenze storico architettoniche

Tra le bellezze artistiche da ammirare la Chiesa parrocchiale di San Giorgio del XVI secolo, costruita sulle fondamenta dell’antica Chiesa di Santa Caterina. All’interno sono conservati uno splendido pulpito in legno, una Madonna settecentesca di scuola genovese del Maragliano, colonne in pietra arenaria, altari in stucco e le venerate reliquie delle “Spine della Corona di Gesù Cristo “ che una leggenda narra portate in questo luogo dalla terra santa da un cavaliere crociato.

Da citare l’Oratorio di Santa Caterina che ospita il museo contadino con la presenza di oggetti ed attrezzi agricoli dei secoli passati; sempre di argomento religioso è il santuario della Carpeneta del XVII secolo costruito attorno ad un pilone del XVI secolo a devozione della Madonna della Misericordia raffigurata in un affresco.

Di particolare rilevanza la Pieve di Montechiaro Piana dell’VIII secolo con i suoi resti tra i quali tracce dell’abside in stile romanico, accanto sorge la nuova chiesa di Sant’Anna che conserva al suo interno una vasca battesimale per immersione che era ubicata all’interno della struttura della vecchia pieve.

Montechiaro possiede anche altre singolari bellezze tra le quali la ciminiera di una fornace di mattoni del XX secolo rimasta attiva fino agli anni settanta del secolo scorso e le ville Veirana ed Anna del XX secolo, la prima privata mentre la seconda il stile liberty, attualmente abbandonata, fu durante il secondo conflitto mondiale il quartier generale dell’esercito tedesco di istanza nel territorio.

Tra gli eventi di Montechiaro un cenno particolare merita la fiera del bue grasso a dicembre, una delle esposizioni bovine riconosciute a livello regionale anche per la presenza di prodotti legati allatradizione contadina locale.


Nelle immagini sopra alcuni scatti della gita fatta domenica, gita che si può ripetere prenotando una escursione privata in qualsiasi momento dell’anno oppure aspettando il prossimo giro organizzato.

due nuovi Anelli nel Monferrato Astigiano per #portalmunfra

nello scorso week end abbiamo tracciato due nuovi percorsi per visitare le colline del Monferrato Astigiano.

il primo percorso ha interessato l’anello di INCISA SCAPACCINO – NIZZA MONFERRATO E VAGLIO SERRA (trovate la traccia su wikiloc https://www.wikiloc.com/wikiloc/spatialArtifacts.do?event=setCurrentSpatialArtifact&id=58254338l

Il secondo da SCURZOLENGO A PORTACOMARO.

In questo periodo dell’anno le vigne cominciano a mostrare i colori autunnali sfoggiando il giallo e il rosso alternato al verde e ai marroni dei campi arati.

INCISA SCAPACCINO la scoperta del borgo antico

Borgo Villa (Borgh Vila in piemontese) è una frazione del comune di Incisa Scapaccino (AT) e centro storico del paese.
Caratteristiche le antiche mura che circondano la borgata e le case di origine medievale. Fino al 1876 fu sede del palazzo comunale

Il borgo, molto probabilmente di origini romane, ha le prime attestazioni nelle fonti scritte risalenti al Medioevo. Fino al Cinquecento rimase l’unico centro abitato del paese.
Fu capitale di un importante marchesato aleramico, il Marchesato di Incisa, sorto intorno al XII secolo e scomparso nel 1548.
Negli anni fu teatro di varie contese politiche per contendersi i territori della zona, soprattutto con il Marchesato del Monferrato, il quale conquistò Incisa nel luglio del 1514, che contribuì al tramonto definitivo del feudo. Infatti, gli incisa riuscirono in seguito a riprendersi i propri territori solo per un breve periodo di tempo, fino a quando Boarello II (ultimo erede del marchesato) rinunciò nel1548 ai suoi diritti in cambio dei feudi di Camerana e di Gottasecca dopo una lunga lite davanti al senato di Milano con i Gonzaga, ormai divenuti, almeno nominalmente, marchesi del Monferrato. Durante l’assedio di Incisa le strutture fortificate subirono pesanti danni: il “Castrum”, centro del castello e dimora della famiglia marchionale, venne completamente distrutto, come pure la piccolachiesa di San Michele.

Il borgo è considerato uno dei più belli dell’astigiano, per architettura, storia e cultura, ma ancora semi-sconosciuto. Per questo è nata nel 2007 la “Rievocazione storica Incisa 1514” (vedi sotto la sezione sulle manifestazioni), mentre dal 2008 vengono svolte le visite guidate, a cura del gruppo storico “Incisa 1514”.

SCURZOLENGO

l Comune di Scurzolengo è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l’attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale

PORTACOMARO

Portacomaro (Portacomé in piemontese) è un comune italiano di 2 021 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.

Fa parte dell’Associazione nazionale città del vino

Monumenti e luoghi di interesse :

  • Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo
  • Antico Ricetto
  • Torrione
  • Chiesa confraternita dell’Annunziata
  • Chiesa romanica di San Pietro

Con il camminovigliese.it organizziamo escursioni a tema nei luoghi descritti sia come passeggiate (sotto i 12 km) che trekking veri e propri (da 12 a 20 km) per info 3347918068 DEVIS

SULLE ORME DI ALERAMO

DA Moleto ad Olivola e Grazzano Badoglio

"DOMENICA 27 SETTEMBRE saremo sulle strade di Aleramo, il fondatore di quello che oggi conosciamo come Monferrato"

Si racconta che Aleramo percorse per tre giorni e tre notti con tre cavalli diversi i 400 km che caratterizzano il territorio del Monferrato dopo che il padre gli promise che gli avrebbe donato le terre che avrebbe toccato con il suo cavallo.Noi percorreremo 18 km in queste terre con partenza da Moleto, caratteristico borgo frazione del comune di Ottiglio, per giungere a Grazzano Badoglio dove riposa il fondatore del Monferrato, nella chiesa dei SS. Vittore e Corona.

Sul percorso misto tra sterrati, noccioleti, vigne e asfalto su strade secondarie (a basso scorrimento di traffico), consigliamo scarpe da trekking, zainetto con acqua, barrette e mantellina (per eventuali perturbazioni meteo).Al termine possibilità di mangiare al Bar Chiuso di Moleto, caratteristico locale a cielo aperto disposto sul crinale di una collina dove si può ammirare un bellissimo paesaggio su Cella Monte, Vignale, Altavilla e Rosignano.

Protocollo COVID, temperature, mascherina e mantenimento distanze. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA AL 3347918068 PARCHEGGIO E RITROVO MOLETO ALTO

https://www.facebook.com/events/1463561937187076

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