Due escursioni di ricognizione nel week end per studiare nuovi percorsi dedicati a #portalmunfra
Nella giornata di Venerdì i nostri passi si sono mossi verso Mombercelli, Agliano Terme e Montegrosso d’Asti. E’ stato così percorso un anello di 17.5 km con un dislivello attivo di 807 m.
Mombercelli è un comune del Monferrato Astigiano che
si adagia sulla dolce collina del Valtiglione a sud di Asti, in una zona famosa per i suoi vigneti, i noccioleti e che alimenta un importante produzione vinicola.
Si divide essenzialmente in 3 zone: Il Pontetto, la Piana e la piazza, ma il territorio collinare si allarga anche nelle case sparse di frazioni Costarossa, Roeto, Tocco, Variala, Bronzino, ecc. Il paese è collegato solo da strade provinciali, a ovest con l’adiacente Montegrosso d’Asti, a nord con i territori del Parco naturale di Rocchetta Tanaro, a sud si collega con Castelnuovo Calcea e più a sud-est con la più famosa cittadina di Nizza Monferrato. Il motto del paese, Hospes veniat, fugiat hostis (l’ospite venga, l’ostile fugga), propone benvenuto e accoglienza a chi sa apprezzare questo scorcio di collina.
Mombercelli nacque nel X secolo, molto probabilmente come borgo fortificato longobardo, insieme alle vicine terre di Malamorte (l’attuale Belveglio) e Vigliano d’Asti. Documenti più certi lo danno sicuramente nel 1125 come parte di un feudo Imperiale che comprendeva principalmente i territori di Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro, Vinchio, Castelnuovo Calcea, ecc. sotto il dominio diLoreto d’Asti, località presso l’attuale Costigliole d’Asti.
Sull’origine del suo nome si avanzano diverse ipotesi: mons bergerum, nome latino dato al rilievo collinare, il piemontese mont birchà, indicante le betulle del luogo, ma molto più probabilmente il longobardo mombirsàn, cioè luogo di caccia.
Nel 1160, i signori di Asti strinsero degli accordi col Marchesato del Monferrato per un’alleanza militare al fine di edificare una propria torre nel recinto fortificato di Mombercelli, al confine dei territori, cioè l’attuale castello, oggi in disuso[3].
In quel periodo vi furono scontri tra le famiglie guelfe e ghibelline, a più riprese, con saccheggi e delimitazioni dei territori astigiani in cui vennero coinvolte le casate del Marchesato di Manfredo di Lanerio – De Canelio (da cui deriva l’attuale Canelli), fino al marchesato di Finale e Cortemilia e Boverio, per concludersi alla cessione, intorno al 1305, del territorio mombercellese a tal Martino Alfieri, del ramo di casata omonima e tesoriere di corte di Amedeo V di Savoia come ricompensa dei suoi servigi.
Qualche decennio dopo, nel 1342, Mombercelli passò in possesso a Galeazzo II Visconti, già co-signore di Milano; il borgo restò sotto il Ducato di Milano per quasi quattro secoli, sino all’inizio del Settecento. In questo periodo Mombercelli fu affidata alla casata milanese dei Maggiolini e Scarampi, che abitarono il castello fino al Seicento, insieme alla nobile famiglia dei Bellone, ma anche agliAsinari marchesi di Bernezzo.
La presenza del maniero fortificato fu, all’epoca, un costante problema per i mombercellesi, costretti a veder transitare continuamente truppe militari, banditi, sbandati e viandanti vari. Durante la guerra tra Cristina di Francia ed i cognati Principi Tommaso e Maurizio, Mombercelli fu quindi occupata dai francesi fino al 1650, per passare poi agli spagnoli.
Dopo la Guerra di successione spagnola, per cessione dell’Austria, Mombercelli passò a Vittorio Amedeo II di casa Savoia e divenne ufficialmente parte del Regno di Sardegna nel 1736, per poi annettersi all’Unità d’Italia.
La scelta di partire da qui viene quindi ripagata dal fatto che si possono fare diverse escursioni in direzioni differenti.
La partenza avviene dall’area giochi dove troviamo un ampio parcheggio, dopo un passaggio veloce nel paese passando vicino al Municipio ci dirigiamo verso la zona collinare. Il passaggio tra vigneti è principalmente su strade asfaltate secondarie dove passano poche auto. Il panorama è pressapoco collinare con tanti boschi sino a giungere alla regione Bologna di Agliano da dove iniziamo a scorgere il paese alto e in lontananza Montegrosso d’Asti.
Incontriamo da qui il sentiero 1 della Proloco di Agliano. La Proloco ha creato 6 percorsi tutti intorno al paese e sono facilmente percorribili. Passati da Regioni Dojani arriviamo nel concentrico e visitiamo da prima la chiesa di San Giacomo Maggiore e poi saliamo su un bel punto panoramico che ci da idea del paesaggio collinare monferrino.
La notorietà di Agliano ebbe inizio con la terza casata dei signori di Agliano: Bonifacio di Agliano, figlio di Belda e di Guglielmo di Moncucco, sposò la vedova di Manfredo I Lancia, che trasferendosi ad Agliano portò con sé la figlia Bianca avuta dal primo marito. L’imperatore Federico II di Svevia, colpito dalla splendente bellezza di Bianca, se ne innamorò perdutamente e, nonostante fosse già ammogliato, ebbe da lei tre figli: Costanza (1230 -1307) che sposò Giovanni III Ducas Vatatze, imperatore d’Oriente, Manfredi (1232 – 1266) poi succeduto al padre al governo del regno di Sicilia e Violante (1233-1264) che andò in sposa a Riccardo Sanseverino conte di Caserta.
Ricordiamo anche che Agliano è stata la sede dell’autogoverno partigiano durante la seconda guerra mondiale nel 1944. Nel 1998 l’ANPI ha riconosciuto la Medaglia d’oro al merito partigiano per il suo ruolo avuto durante la Resistenza.
Agliano oggi è rinomata per le sue sorgenti termali, la Fons Salutis e la Fonte San Rocco dalla quale sgorga acqua salso-magnesica alla temperatura di 13,8 °C. Se bevute, le sue acque sono attualmente efficaci nei casi di malattie infiammatorie del sistema digerente, del fegato e delle vie biliari, se inalate sono salutari per i problemi alle prime vie respiratorie.
Nel nostro percorso le terme non vengono toccate ma con una piccola deviazione mentre si scende verso Montegrosso possono essere visitate.
L’arrivo a Montegrosso è dalla stazione e il passaggio di rientro verso Mombercelli avviene lungo la ferrovia seguendo percorsi sterrati, passando vicino a pioppeti, noccioleti e prati sino a ricongiungerci dopo circa 5 km al parcheggio da dove eravamo partiti.
il camparot di Lu – Camagna PERCORSO DI 15 KM CON 708 D+
Nella giornata di sabato abbiamo ricevuto la gradita visita dei ragazzi del cammino eusebiano e in accordo con il gruppo del cammino di Lu Monferrato abbiamo da prima fatto visita al paese per poi dirigerci verso Camagna passando dalla panoramica Lu Cuccaro e facendo visita al Camparot di Lu.
Il camparot di Lu è una costruzione in legno che riproduce la struttura che veniva costruita dai proprietari della vigne per controllare nella notte i filari durante il massimo periodo di maturazione.
La famiglia Trisoglio ne ha riprodotto uno nelle sue vigne ed insieme ad Alessandra abbiamo potuto visitarlo e sentire il racconto che riguarda la storia della sua famiglia, produttrice di Vini.
Il passaggio successivo poi è stato su sentieri in Val Grana e arrivati a Camagna abbiamo potuto visitare la chiesa dedicata a Sant’Eusebio.
La facciata della chiesa presenta ai lati due pilastri ed è tripartita da due semicolonne, che sorreggono il timpano all’interno del quale si apre un oculo romboidale; il portale presenta un piccolo timpano.
L’interno della chiesa è a pianta a croce latina. Opere di pregio conservate all’interno della chiesa sono la pala raffigurante la Santissima Trinità assieme alla Beata Vergine Maria e a San Giuseppe, l’altare maggiore in marmi policromi, costruito da Antonio Pelagatta, due tele ritraenti la Beata Vergine Assunta e san Bovo e le due statue della Madonna del Rosario e dell’Addolorata
il nostro camminare tra le vigne è poi proseguito seguendo la strada verso Lu passando sui percorsi bianco e rossi del cai MPC (Madonna del Pozzo – Crea) sfiorando Cinzano e rientrando a Lu per una bella strada in salita tra vigne su sterrato e ghiaia.
Entrambi i percorsi sono scaricabili su wikiloc.com
https://www.wikiloc.com/hiking-trails/mombercelli-agliano-montegrosso-59492012
Per qualsiasi informazione oppure se siete interessati a percorrere questi sentieri in compagnia di una guida ambientale escursionistica contattate DEVIS al 3347918068
Buon cammino